Foto di Massimiliano Baccolini

La Rocca

​Costruita prima dell'anno Mille e attuale centro di alta formazione

Indirizzo
via Frangipane 6
Telefono
0543 446500
Fax
0543.446599
Sito Web
www.ceub.it

Attualmente non visitabile.

La Rocca, che si eleva maestosa sulla cima del colle Cesubeo, riassume in sé la storia di Bertinoro in tutte le sue vicende. Il primo documento ad essa riferito risale al 995 dove si parla di un placitum tra i grandi nobili romagnoli e i rappresentanti dell’arcivescovo di Ravenna.

Ambita per il suo indiscusso valore strategico, la Rocca non ha svolto solo compiti militari. Dalla metà del XV secolo, con la presenza dei Malatesta e, successivamente, dei vescovi di Bertinoro, la Rocca ha perduto la sua funzione militare a favore del suo ruolo culturale: Domenico Novello Malatesta trasferì nella Rocca di Bertinoro parte dell’officina libraria della futura Biblioteca di San Francesco, mentre i vescovi, osservando i dettati del Concilio di Trento, ne fecero un luogo di educazione e di formazione. La storia della Rocca, da semplice castrum a sede vescovile e poi universitaria, può essere raccolta in alcuni momenti importanti:

Nel 1172 Aldruda Frangipane, contessa di Bertinoro, con le sue truppe porta soccorso alla città di Ancona assediata dagli imperiali dell’arcivescovo Cristiano di Magonza. Con la morte della contessa, nel 1177 la Rocca diventa un feudo dell’imperatore Federico I Barbarossa, che vi si fermò con le proprie truppe per circa 6 mesi.

Dopo la fine del dominio svevo in Italia, nel 1278 Bertinoro rientra nella sfera di influenza dello Stato Pontificio. La Rocca ospita i rappresentanti papali deputati al governo della Romagna.

La Rocca venne poi contesa dalle potenti signorie locali. Nel 1306 Pino e Scarpetta degli Ordelaffi ne presero possesso e qui Dante Alighieri vi trovò rifugio, diventando loro segretario particolare e ambasciatore.

Nel 1357 la Rocca è la sede del comando militare del card. Egidio Albornoz, impegnato nella riconquista militare della Romagna e nel 1361, a seguito della parziale distruzione di Forlimpopoli, Bertinoro è elevata dal card. Albornoz a sede vescovile.

Nel 1379 la Rocca è affidata in feudo alla famiglia dei Malatesta da Rimini. Nel 1450 Domenico Novello Malatesta trasferisce nella Rocca parte dell’officina libraria del convento di San Francesco, nucleo originario della futura Biblioteca Malatestiana.

Nel 1584 Giovanni Andrea Caligari, vescovo di Bertinoro, restaura la Rocca e ottiene il diritto di risiedervi da papa Gregorio XIII. Nel 1598, papa Clemente VIII estende tale diritto a tutti i vescovi successori di Caligari. La Rocca diventa così il palazzo episcopale della Diocesi di Bertinoro.

Nel 1613 il pittore Corradino Romano termina il ciclo degli affreschi per la sala da pranzo del vescovo (attuale Sala Affrescata)

Nel 1969 muore l'ultimo vescovo di Bertinoro, e si apre il percorso di accorpamento con la Diocesi di Forlì. Nel 1986 la Rocca termina quindi la sua funzione di palazzo episcopale.

Nel 2000 terminano i lavori di restauro della Rocca - premiati dall' Associazione “Europa Nostra” con la medaglia d’oro per il migliore restauro e rinfunzionalizzazione di uno spazio storico in Italia - che diventa a tutti gli effetti la sede del Centro Residenziale Universitario di Bertinoro.

Dal 2005 ospita il Museo Interreligioso, gioiello culturale unico in Italia e dedicato alle tre grandi religioni monoteiste del Mediterraneo (Ebraismo, Cristianesimo ed Islam).

In particolare ...

Quando si entra in Rocca, all’alba oppure al tramonto, ancora di prima di vederlo, senti l’odore del mare. È un istante, sembra quasi di sentire ancora la furia del mare che si scaglia contro la scogliera che un tempo era Bertinoro. Poi è il silenzio ed è la Rocca che ti domina, con le sue tramature di mattoni che si interrompono di colpo al portale d’ingresso interamente scolpito in conci di spungone.

Le pietre del portale spezzano la monotonia dei mattoni e si aprono in un abbraccio che invita ad entrare per ascoltare e vedere una storia antica di millenni. Qui lo spungone è come un rotolo di pergamena che dispiega la storia del castello a partire dalle sue segrete dove oggi si trova il Museo Interreligioso.

In queste stanze, illuminate dal colore chiaro dello spungone, le pietre raccontano la vita della contessa Aldruda Frangipane che introdusse a Bertinoro i costumi della gentilezza e della cortesia, destinati a fiorire nella civiltà cortese cantata da Dante nel canto XIV del Purgatorio.

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