Sotto al loggiato del Comune c'è una lapide che riporta in particolare il Canto XIV, alcuni versi fra l'81 e il 126, del Purgatorio di Dante, e che sono particolarmente importanti per Bertinoro perché dicono del valore dell’ospitalità per questo territorio.
Originario di Ravenna, Guido del Duca arriva a Bertinoro nel 1202 con l’incarico di giudice: davanti alle continue violenze tra le famiglie nobili che insanguinavano le vie del borgo, decise di costruire - insieme a un altro nobiluomo bertinorese, Arrigo Mainardi - una colonna di pietra nella quale infiggere dodici anelli di bronzo tutti uguali: un anello per ogni famiglia nobile; solo la famiglia nobile sapeva qual era l’anello di sua proprietà. In questo modo, il destino avrebbe deciso da quale famiglia sarebbe stato ospitato il pellegrino che avrebbe legato il suo bordone o la sua cavalcatura ad uno degli anelli infissi nella Colonna dell’Ospitalità. Guido del Duca è segno di una bruciante passione civile che fa dell’altro, dello straniero, un’occasione di pace per la comunità, costruendo il senso profondo di una civiltà che Dante stesso non può che ammirare e compiangere.
A lui si deve quindi la Colonna delle Anella o dell'Ospitalità, simbolo di Bertinoro, motivo di vanto per tutta la comunità bertinorese, attorno alla quale ogni anno la prima domenica di settembre si celebra il Rito dell'Ospitalità.
Ed ecco alcuni dei versi del Canto XIV del Purgatorio riportati nel loggiato del Palazzo Comunale:
Ma
da che Dio in te vuol che traluca
tanto sua grazia, non ti sarò
scarso;
però sappi ch’io fui Guido
del Duca.
....
Ov’è ‘l
buon Lizio e
Arrigo Mainardi?
Pier Traversaro e Guido di Carpigna?
Oh Romagnuoli
tornati in bastardi!
Le
donne e ‘ cavalier, li affanni e li agi
che ne ‘nvogliava
amore e cortesia
là dove i cuor son fatti sì malvagi.
111
O Bretinoro, ché non
fuggi via,
poi che gita se n’è la tua famiglia
e molta
gente per non esser ria?
....