a prima menzione dell’abbazia si trova negli Annales Camalduleses, dove è citata tra i monasteri più importanti del territorio.
Nel 1431 il beato Ambrogio Traversari, tra i più importanti umanisti del XV secolo, fu investito qui della carica di priore generale.
Con la soppressione Napoleonica i camaldolesi dovettero abbandonare il loro monastero, che, nel 1805 venne acquistato dal banchiere forlivese Domenico Manzoni, mecenate anche del grande scultore Canova.
Nel 1895, la famiglia Manzoni affidò la Badia a suor Serafina Farolfi, fondatrice dell’ordine delle Clarisse Francescane Missionarie del SS. Sacramento che, ancora oggi, ha qui la sua sede.
L’abbazia ha custodito fino al 1946 l’urna con le reliquie dei santi Pascasio, Maglorio e Sansone, che è stata trasferita nella chiesa del suffragio a seguito dei gravi danni subiti dal monastero durante i bombardamenti del 1944. A seguito della II guerra mondiale, infatti, nel 1955 è stata restaurata e, in parte, ricostruita sull'antica pianta solo la badia.