La colonna dell'ospitalità, anche conosciuta come "colonna degli anelli", è simbolo dell'antico costume dell'ospitalità bertinorese.
Le sue prime notizie risalgono al XIV canto del Purgatorio della Divina Commedia dove Dante incontra il giudice Guido del Duca.
Giudice a Bertinoro dal 1202 al 1218, insieme all'inseparabile amico Arrigo Mainardi, fece costruire una colonna per mettere fine alle dispute che sorgevano fra le famiglie nobili del tempo. Ciascuna famiglia incastonava un proprio anello alla colonna, per un totale di 12 anelli. In tal modo i forestieri, usufruendone per legare il proprio cavallo, diventavano ospiti non solo della famiglia ma dell'intera comunità, subito partecipi di una gradevole atmosfera di ospitalità.
Rimossa a seguito di lavori sulla piazza, la Colonna degli Anelli fu ricollocata al suo posto il 5 settembre 1926 ponendo un basamento in sasso sammarinese, come omaggio dell’antica terra della Libertà all’antica terra dell’Ospitalità. Da allora, ogni prima domenica di settembre, si rinnova il Rito dell'Ospitalità all'interno di una grande manifestazione.
Quando sei davanti alla Colonna dell’Ospitalità, ti trovi davanti
ad una soglia tra la storia e la leggenda. Se sei per la tranquillità,
sceglierai la storia, aprirai qualche piccola guida o pagina online e troverai notizie spicciole a buon mercato. Se sei interessato più alla leggenda, allora
sei alla ricerca della verità, quella che si nasconde tra le frange
dei vari fatti riportati dalla storia. Davanti a tutti quegli anelli uguali tra loro, è
difficile non sentirsi trascinare nella pagine del Decameron,
alla corte del Saladino che interroga l’ebreo Nathan sulla vera
fede. La sua saggia risposta, attraverso la metafora degli anelli
identici tra loro e uguali all’originale: è una risposta di
libertà. L’ospitalità a Bertinoro passa attraverso un gesto di
libertà e la Colonna degli Anelli esce dal racconto concluso per diventare la
vita buona che la comunità ebraica ha sperimentato per almeno due secoli sul questo colle. Qui a Bertinoro è così: si guarda alla pasta
dell’uomo, se è buona tutto il resto viene di conseguenza. Allora,
se sei per la leggenda inizia ad incamminarti lungo via Mainardi:
stai per entrare nella nostra Giudecca.