Corridore ciclista, nasce a Bertinoro il 16 agosto del 1935. Inizia a gareggiare nel 1951, due vittorie da allievo e poi, nel 1954, il passaggio tra i dilettanti. In questa categoria coglie 41 successi: nel 1956 partecipa alle Olimpiadi di Melbourne. Nel 1957 si laurea campione d'Italia dei dilettanti e dopo una sfortunatissima gara è secondo ai Campionati del Mondo in Belgio.
Nel 1958 passa al professionismo come gregario di Ercole Baldini e Gastone Nencini e conquista al Giro d'Italia la sua prima maglia rosa. Si distingue per il coraggio e la generosità che profonde in ogni gara; numerosissimi sono, nei nove anni di carriera professionistica, gli ottimi piazzamenti e i grandi successi, fra i quali ricordiamo le vittorie della Milano-Torino (1960), nel Giro d'Italia del Centenario (1961), nel Giro della Sardegna (1963), nella Freccia del Brabante in Belgio (1964). Ha partecipato a nove Giri d'Italia, a quattro Giri di Francia ed ha fatto più volte parte della Nazionale italiana ai Campionati del Mondo. Terminata l'attività agonistica è rimasto ancora per qualche anno nel mondo del ciclismo quale direttore sportivo della squadra "Salvarani". Muore il 6 luglio del 2022, a pochi mesi dalla scomparsa della sua amata moglie Fabiola.
Arnaldo, detto "Gabanì", ha sempre avuto un legame fortissimo e indissolubile con Bertinoro e i suoi cittadini:
"A Bertinoro devo tanto come atleta e tutto nelle mie dimensioni di vita. Qui sono nato e qui ho costruito la mia famiglia. Qui mi sono temprato come atleta e qui ho sempre immaginato e progettato ogni passo del mio camino. Quando da ragazzino iniziavo i miei primi allenamenti andando anche lontano, ero costretto, seppur stanco per i tanti chilometri percorsi, a sforzarmi per ritornare al mio nido sul colle. Ho imparato a soffrire per giungere qua...e poi la mia gente, i miei primi tifosi... per me tanti bertinoresi si sono caricati di trasferte per seguirmi e sostenermi ogni domenica e non m'hanno mai fatto mancare incitamenti e partecipazione...Quando ci penso mi commuovo. E poi l'affetto, il dialogo quotidiano, il paese e le sue bellezze...Ogni mattina, prima di mettermi in moto, guardavo per qualche minuto l'orizzonte , la lontananza del mare, la pianura sottostante. Erano il modo di temprarmi e respirare l'aria di me stesso. Un amore, dunque, ma un amore corrisposto che sì è dimostrato sempre tale. So di essere stato, con la mia carriera, un fattore di unione per i bertinoresi. Su di me c'era unanimità, sparivano le differenze ideologiche e politiche, a quei tempi ben più distinguibili e animate rispetto a oggi. Quando vinsi il Giro fu un evento che trasferirono ina festa indimenticabile per tutti. Si andò al mattino, ed io mi sentii, ancora una volta, accanto alla più piena delle gioie".
Il primo settembre 2023 il Comune di Bertinoro, in collaborazione con il progetto "Paesaggi Plurali", ha dedicato al suo amato ciclista un bellissimo murales situato in via Oberdan.